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al testo di Dereck Louvrilanm
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Ho potuto spostare le pietre, grazie a un congegno mentale. Con gli artifici di secoli tenuti in disparte e conservati a ruota delle opere magistrali. Li ho svelati; e le rocce si sono sentite sollevate. Le ho lavorate - ogni colpo un’attesa, perché ti attendevo, Sweet Sixteen, e ti aspetto mentre osservo le ninfee e parlo alle pozze di sedici anni d'acqua. Ciò che somiglia al fardello della tua assenza è quel che passa tra due poli magnetici: l’amore che ti ricordo e il tuo ricordo senza amore. Tra questi due solenoidi il mio corpo minuto è ora. C’è magnetismo nel rifiuto - l’addio calamita il moto perpetuo dell’amante da un abbandono all’altro. Mi è stata d’aiuto la Terra, con la sua energia incondizionata. L’energia che la mia leggerezza ha valutato a forza di baci non dati, adesso libera nel suo bacio come avrei voluto venire dal tuo.
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